Water in the World

In suo nome potrebbero combattersi le guerre del terzo millennio. Al pari dell’oro nero, l’acqua sta diventando una risorsa sempre più strategica e preziosa. Tanto da essere spesso definita “oro blu”.
L’accesso all’acqua potabile dovrebbe essere un diritto che spetta a tutte le popolazioni del mondo. Invece, in molti casi, rappresenta un grave problema. Perché acqua significa vita, e le conseguenze della sua mancanza sono gravissime.
Nel mondo, un miliardo e 400 milioni di persone del pianeta non hanno accesso all’acqua potabile. Il rischio è che nell’anno 2025, quando la popolazione supererà gli 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile aumenti a più di 3 miliardi.
Il 71% della superficie terrestre è coperta di acqua ma il 97,5% è salata. Del restante 2,5 % solo l'1% è utilizzabile per le attività umane (la restante parte è soprattutto sotto forma di ghiaccio). Di questo 1%, il 93% viene impiegato per usi agricoli. Il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri d'acqua nelle 24 ore. Senza cibo si può vivere un mese, senz'acqua non si supera una settimana. Per poter parlare di condizioni accettabili di vita occorrono non meno di 50 litri d'acqua al giorno per ogni essere umano. In realtà, per miliardi di persone disporre di 50 litri d'acqua ogni giorno è pura utopia, al punto che le Nazioni Unite hanno fissato in 40 litri il diritto minimo all'acqua. Nel mondo si passa da una disponibilità media di 425 litri al giorno di un abitante degli Stati Uniti ai 10 litri al giorno di un abitante del Madagascar, da 237 in Italia a 150 in Francia. Le stime medie indicano un consumo di 350 litri d'acqua al giorno per una famiglia canadese, di 165 per una europea e di 20 litri per una famiglia africana. L'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma, però, che al di sotto della soglia di 50 litri d'acqua al giorno si può già parlare di sofferenza per mancanza di acqua e che il 40% della razza umana vive in condizioni igieniche impossibili soprattutto per carenza di acqua. Un abitante su due della Terra, tre miliardi di persone, abita in case che non hanno sistema fognario. Attualmente un abitante della terra su cinque non ha acqua potabile a sufficienza: 1,2 miliardi di persone.
In 29 Paesi il 65% della popolazione è al di sotto del fabbisogno idrico vitale. Oltre 1 miliardo di persone beve acqua "non sicura" . Circa 3,4 milioni di persone ogni anno (5 mila bambini al giorno) muoiono a causa di malattie trasmesse dall'acqua. Complessivamente si stima che l’80% delle malattie nei Paesi del Sud del mondo sia dovuto alla cattiva qualità dell’acqua. Sono fondamentalmente 5 le malattie di origine idrica: 1) malattie trasmesse dall'acqua (tifo, colera, dissenteria, gastroenterite ed epatite); 2) infezioni della pelle e degli occhi dovuti all'acqua (tracomi, lebbra, congiuntivite e ulcere); 3) parassitosi legate all'acqua; 4) malattie dovute ad insetti vettori, ad esempio mosche e zanzare; 5) infine, malattie dovute a mancanza di igiene (taeniases).
L'emergenza acqua non riguarda soltanto i Paesi in via di sviluppo ma anche l'evoluta Europa. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 16 per cento della popolazione del Vecchio continente non ha acqua potabile e ben 140 milioni di europei non hanno accesso ad acqua pulita e servizi sanitari. Una situazione nella quale, sempre stando ai dati dell'Oms, oltre 13.500 bambini europei perdono la vita ogni anno per malattie correlate a queste carenze. Il tributo maggiore viene pagato dai Paesi della ''subregione B'' in Europa. In Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia-Herzegovina, Bulgaria, Georgia, Kyrgyzstan, Polonia, Romania, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Tajikistan, Macedonia, Turchia, Turkmenistan e Uzbekistan ogni anno muoiono più di 11.000 minori di 14 anni. Ma l'Oms avverte che probabilmente si tratta di una sottostima.

L’obiettivo di garantire l’accesso all’acqua potabile alla metà della popolazione mondiale è stato raggiunto già nel 2010. Ma nell’Africa subsahariana il problema continua a essere grave: qui circa un terzo della popolazione mondiale ancora non ha accesso all’acqua potabile. Una situazione resa ancora più grave dal vertiginoso tasso di crescita della popolazione.
L'Egitto è un esempio dei dilemmi e delle incertezze che devono affrontare i paesi con una rapida crescita demografica e fonti di approvvigionamento idrico molto limitate sul proprio territorio nazionale. Circa 56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi interamente dalle acque del Nilo, ma le origini del fiume non si trovano all'interno dei confini del paese. l'85% del Nilo è generato dalla piovosità in Etiopia e scorre come Nilo azzurro nel Sudan prima di entrare in Egitto.
Quasi il 40% della popolazione mondiale dipende da sistemi fluviali comuni a due o più paesi. L'India e il Bangladesh disputano sul Gange, il Messico e gli Stati Uniti sul Colorado, la Cecoslovacchia e l'Ungheria sul Danubio. Una zona calda emergente è l'Asia centrale, dove 5 ex repubbliche sovietiche, si dividono due fiumi già troppo sfruttati, l'Amu Darja e il Sjr Darja. In Papua Nuova Guinea il 70 % della popolazione non ha accesso all'acqua, in Zambia la percentuale è del 73% e in Burkina Faso sale al 78%.
Un cittadino nordamericano utilizza 1.700 metri cubi di acqua all’anno; la media in Africa è di 250 metri cubi all’anno. La Commissione mondiale per l’acqua indica in 40 litri al giorno a persona la quantità minima per soddisfare i bisogni essenziali. Con circa 40 litri noi italiani facciamo la doccia, per gli altri rappresenta l’acqua di intere settimane. L’Italia è prima in Europa per il consumo d’acqua e terza nel mondo con 1.200 metri cubi di consumi l’anno pro capite. Più di noi soltanto gli Stati Uniti e il Canada. Gli italiani consumano quasi 8 volte l’acqua usata in Gran Bretagna, dieci volte quella usata dai danesi e tre volte quello che consumano in Irlanda o in Svezia. Allarme sullo spreco anche da parte del WWF che annuncia la disponibilità d’acqua dolce in Italia sta scendendo dai 2.700 metri cubi pro capite ai 2.000 metri cubi.
Il valore crescente dell'acqua, le preoccupazioni concernenti la qualità e la quantità di approvvigionamenti, oltre che le possibilità di accesso, accordate o rifiutate, stanno avvicinando l'acqua al petrolio e a certe ricchezze minerali in quanto risorsa strategica. La sua rarità e il suo valore crescente porteranno sempre più a delle politiche dell'acqua e a conflitti internazionali che potranno attribuire ai diritti su quest'ultima un'importanza di primo piano.